mercoledì 15 gennaio 2020

Dello scrivere e di altre sciocchezze...



Riflessione semiseria sui tempi che corrono, ma che ancora non si sono inciampati




"La giungla di antenne e parabole, contaminata dal rosso malato di smog, moriva nel tramonto di piombo assieme alle speranze di tutta quella gente. Era rassegnata all'idea che gli occhi gonfiassero di televisione, lo stomaco di birra, le gambe di fatica. Allungate sulle sedie, esauste per le inutili rincorse al tempo che non bastava mai, aspettavano una pasticca di sonnifero, una carezza che sostituisse l'amore, un letto e l'oblio del buio che avrebbe inghiottito i ricordi."


- No, no. Fermo! Intanto di che città stiamo parlando? -
- È una città simbolica, tanto per le intenzioni del mio romanzo sono un po' tutte idonee le città, intercambiabili...  
 - Ma la gente vuole identificarsi in un posto preciso, riconoscere i luoghi, magari uscire per fare visita agli angoli descritti nella storia. Così ti giochi molti potenziali lettori. 
- Dici? E che città metto?
- Che ingenuo che sei! Usa una delle tante città da cinema, le solite: Milano, Roma. Se vuoi ambientarlo all'estero giocati Parigi o New York e vedrai che il lettore resterà soddisfatto! 
- Fatto. Leggi adesso... 

"La giungla di antenne e parabole, contaminata dal rosso malato di smog, moriva nel tramonto di Milano assieme alle speranze di tutta quella gente. Era rassegnata all'idea che gli occhi gonfiassero di televisione, lo stomaco di birra, le gambe di fatica. Allungate sulle sedie, esauste per le inutili rincorse al tempo che non bastava mai, aspettavano una pasticca di sonnifero, una carezza che sostituisse l'amore, un letto e l'oblio del buio che avrebbe inghiottito i ricordi.
La luce livida del frigorifero illuminò il volto di Sauro. Messo alle corde da quella giornata assurda, aveva incassato più cazzotti di un pugile suonato. Il primo era stato al mattino, quando il cadavere di quella donna con il viso immerso nella pozzanghera di sangue  l'aveva paralizzato, e lui si era masticato una preghiera senza ricordarsi le parole. Per pietà, aveva trascinato il lembo della gonna sottile sulla gamba nuda. La dispensa piangeva, le cose che avrebbe dovuto mangiare erano rimaste nelle sue intenzioni, negli scaffali del supermercato. Vuoto come una chiocciola seccata al sole, accese l'ultima Camel del pacchetto e si lasciò cadere sul divano."

- Ma allora tutti i milanesi avrebbero le occhiaie e le gambe gonfie? Dici che si son presi la gotta a mangiare troppo salame? E poi Milano è molto meno inquinata di tanti altri posti! Cavalchi luoghi comuni negativi. Cosa ci azzecca il tramonto rosso smog e l'aria di piombo. Il piombo va bene per tirare su i muri dritti. E come sarebbe, non ciulano mai? Ma dai! Se c'è una cosa che fa girare il mondo, è il sesso!
- Dico che l'ambientazione del mio noir è torbida e chi se ne impippa se i milanesi vengono fuori male!
- E che alla sera non hanno meglio da fare che rimbambirsi di TV?
- Questa è la realtà filtrata dagli occhi del mio personaggio, un perdente preso a pugni dalla vita e che ha finito di crederci da un bel po'.
-No, davvero. Mettici  ottimismo! Il lettore ha bisogno di aria pulita, scene rassicuranti, semplicità. Quella cosa del pugile suonato. Ormai la boxe non la fila più nessuno: sudore, sangue e facce sfigurate. Apollo Creed è sepolto, Rocky Balboa ha la prostata! Inventati piuttosto una metafora attuale, che ne so, con il calcio.
- Vada per il calcio è...
- E' più attuale, lo sdogani cento volte meglio e poi leva quella luce livida del frigorifero. Figa, vai al Trony che te lo tirano dietro il frigo, cinese coreano, dell'est.





"La giungla di antenne e parabole, contaminata dal rosso della sera che prometteva meraviglie,  moriva nel tramonto  di Milano, mentre la gente che rientrava pianificava il domani. Stanca, decideva se sarebbe stata una birra a innaffiare la serata o un cocktail preso al volo al bar dell'angolo. Al Luana Cocktail bar, per esempio, si entrava soli e spesso si usciva in compagnia di una ragazza piena di voglia di vivere.
La luce livida del frigorifero illuminò il volto di Sauro. Messo a dura prova da quella giornata assurda, aveva incassato più cazzotti di un pugile suonato più calci di un centravanti imprendibile. Il primo era stato al mattino, quando il cadavere di quella donna con il viso immerso nella pozzanghera di sangue l'aveva paralizzato, e lui si era masticato una preghiera senza ricordarsi le parole. Per pietà, aveva trascinato il lembo della gonna sottile sulla sulla gamba nuda. 

La dispensa piangeva, le cose che avrebbe dovuto mangiare erano rimaste nelle sue intenzioni, negli scaffali del supermercato. Vuoto come una chiocciola seccata al sole, accese l'ultima Camel del pacchetto e si lasciò cadere sul divano."

- Capito. Ma siamo fuori come una parabola! Il cadavere della donna con la gonna. Mi affoghi nei cliché, ciccio! Questa cosa puzza di misoginia. Vuoi farmi incazzare i lettori? Mica han tempo di capire le tue elucubrazioni. Leva, cribbio, leva! 
- Ma no! La gonna del cadavere ha un impatto notevole. E' una metafora della fragilità femminile e della crudeltà del mondo, che si fa beffe di un riparo così evanescente come un lembo di tessuto sottile. Ci vuole ben altro....
- Già, la donna è fragile e allora io l'ammazzo. Se fai così m'invogli qualcuno al femminicidio. Purgare, asciugare la scrittura, omologare!


"La giungla di antenne e parabole, contaminata dal rosso della sera che prometteva meraviglie,  moriva nel tramonto  di Milano, mentre la gente che rientrava pianificava il domani. Stanca, decideva se sarebbe stata una birra a innaffiare la serata o un cocktail preso al volo al bar dell'angolo. Al Luana Cocktail bar, per esempio, si entrava soli e spesso si usciva in compagnia di una ragazza piena di voglia di vivere.
La luce del frigorifero comprato al Trony illuminò il volto di Sauro. Messo a dura prova da quella giornata assurda, aveva incassato più calci di un centravanti imprendibile. Il primo era stato al mattino, quando il cadavere di quella donna di quell'uomo con il viso immerso nella pozzanghera di sangue  l'aveva paralizzato, e lui si era masticato una preghiera senza ricordarsi le parole. Per pietà, aveva chiesto se vi fosse un lenzuolo per coprirlo. 
La dispensa piangeva, le cose che avrebbe dovuto mangiare erano rimaste nelle sue intenzioni, negli scaffali del supermercato. Vuoto come una chiocciola seccata al sole, accese l'ultima Camel del pacchetto e si lasciò cadere sul divano."

- E ma sei proprio un pirla! Che fa quello, fuma? Vorrai scherzare, vero? Hai presente come le sigarette ti riducono i polmoni? E poi le Camel, dai!. Sembra di leccare la tangenziale! Mettigli in bocca una sigaretta elettronica, da bravo, che è pure politically correct. T'é capì?
- E ma qui mi salta in aria l'atmosfera...
-Ma che atmosfera e atmosfera, giargiana!  Mettiti sotto...e poi dai, semplifica, scrivi come mangi! Vuoto come una chiocciola seccata al sole. Ma che roba è? Il pubblico là fuori ha mica tempo di fare le parafrasi come con Dante Alighieri. Si son rotti i coglioni della scuola e i libri al giorno d'oggi si leggono al cesso o sulla metro. Chi ti credi di essere, Virgilio? Stai sul pezzo, modernizzati!






"La giungla di antenne e parabole, contaminata dal rosso della sera che prometteva meraviglie,  moriva nel tramonto  di Milano, mentre la gente che rientrava pianificava il domani. Stanca, decideva se sarebbe stata una birra a innaffiare la serata o un cocktail preso al volo al bar dell'angolo. Al Luana Cocktail bar, per esempio, si entrava soli e spesso si usciva in compagnia di una ragazza piena di voglia di vivere.
La luce del frigorifero comprato al Trony illuminò il volto di Sauro. Messo a dura prova da quella giornata assurda, aveva incassato più calci di un centravanti imprendibile. Il primo era stato al mattino, quando il cadavere di quell'uomo con il viso immerso nella pozzanghera di sangue l'aveva paralizzato, e lui si era masticato una preghiera senza ricordarsi le parole. Per pietà, aveva chiesto se vi fosse un lenzuolo per coprirlo. 
La dispensa piangeva, le cose che avrebbe dovuto mangiare erano rimaste nelle sue intenzioni, negli scaffali del supermercato. Affamato, accese la sua Camel del pacchetto sigaretta elettronica comprata al Black Friday e si lasciò cadere sul divano. Qualunque cosa che fumasse, era meglio delle bionde che avevano asfaltato i polmoni di suo padre."

- Come ti pare?
- Una merda. Roba che non vende! 
- Mi sembrava funzionasse. Vira al un po' al banale, tende al dozzinale ma dai, si intravede ancora la poesia...
_ Ma quale poesia! Meno seghe mentali e tac, indicativo presente. E' più immediato e poi levami delle palle quel congiuntivo. Il congiuntivo è out, fuori moda, estinto come i faraoni. Non mettere in imbarazzo i tuoi lettori.
- E poi?
- Già che ci siamo leva quella cosa che vai al bar e rimorchi una. Dov'è finita la libertà sessuale. Vai al bar e rimorchi chi pare, ragazze, ragazzi, ermafroditi, pastori tedeschi. Non facciamoci la figura degli antichi!
- Indicativo presente, sei sicuro? 
- Dai retta e me che la gente non ha tempo da perdere. 


"La giungla di antenne e parabole, contaminata dal rosso della sera che prometteva meraviglie, moriva nel tramonto  di Milano, mentre la gente che rientrava pianificava il domani. Stanca, decideva se sarebbe stata una birra a innaffiare la serata o un cocktail preso al volo al bar dell'angolo. Al Luana Cocktail bar, per esempio, si entrava soli e spesso si usciva in compagnia. di una ragazza piena di voglia di vivere 
La luce del frigorifero comprato al Trony illumina il volto di Sauro. Messo a dura prova da quella giornata assurda, aveva incassato più calci di un centravanti imprendibile. Il primo era stato al mattino, quando il cadavere di quell'uomo con il viso immerso nella pozzanghera di sangue l'aveva paralizzato, e lui si era masticato una preghiera senza ricordarsi le parole. Per pietà, aveva chiesto se vi fosse un lenzuolo per coprirlo. 
La dispensa piange, le cose da mangiare sono solo nelle sue intenzioni, negli scaffali del supermercato. Affamato, accende la sua sigaretta elettronica comprata al Black Friday e si lascia cadere sul divano. Qualunque cosa che fumasse  fumava, era meglio delle bionde che avevano asfaltato i polmoni di suo padre."

- E ma allora non ci arrivi! Sauro? Chi pensi che possa chiamare suo figlio Sauro. L'uomo delle caverne? Mettigli su un nome alla moda e leva quella cosa del pregare. Vuoi grane con gli islamici?
- Be', non ho precisato la fede.
- Con i buddisti, i testimoni di Geova, la Chiesa Avventista del settimo giorno? E poi dai, piantiamola con queste anticaglie della fede e della vita ultraterrena! 
- Ok, lo levo.
- E poi omologati. Scrivi  con uno stile troppo tuo. Mica vorrai essere originale? E poi non mi fare il maestrino e butta lì un errore ortografico qualche volta. La gente deve pensare che sei un pirla come loro, deve essere rassicurata, leggere una cosa semplice che arrivi dritta in pancia mentre il vicino di carrozza parla del soffritto. T'è capì ?







"La giungla di antenne e parabole, contaminata dal rosso della sera che prometteva meraviglie,  moriva nel tramonto  di Milano, mentre la gente che rientrava pianificava  pensava al giorno dopo il domani. Stanca, Decideva se sarebbe stata una birra a innaffiare la serata se calarsi una birra o un cocktail preso al volo al bar dell'angolo. Al Luana Cocktail bar, per esempio, si entrava soli e spesso si usciva in compagnia. 
La luce del frigorifero comprato al Trony illumina il volto di Sauro Mattia. Messo a dura prova da quella giornata assurda, È Stanco e ha incassato più calci di un centravanti imprendibile. Il primo era stato al mattino, quando il cadavere di quell'uomo  quell uomo con il viso immerso nella pozzanghera di sangue l'aveva paralizzato, e lui si era masticato una preghiera senza ricordarsi le parole  cera rimasto male . Per pietà, aveva chiesto se vi fosse un lenzuolo per coprirlo. 
La dispensa piange è vuota , le cose da mangiare sono solo nelle sue intenzioni  son finite negli scaffali del supermercato. Affamato, accende la sua sigaretta elettronica comprata al Black Friday e si lascia cadere si butta sul divano. Qualunque cosa che fumasse  fumava, era meglio delle bionde sigarette che avevano asfaltato sputtanato i polmoni di suo padre."

- E allora vedi che hai talento? Bravo, cominci a girare come un motorino. E adesso sotto che dobbiamo vendere e-book a carrettate!
- E certo. Mi metto d'impegno, iscrivo il libro a qualche concorso e mi cerco un editore. E poi la promozione, la correzione di bozze, le presentazioni e qualche intervista. Manderò delle copie omaggio ai giornalisti che mi stimano.

Ma va là, l'editore. Vorrai mica che qualcuno ti faccia le pulci su quello che hai scritto! Spontaneità, aria fresca, immediatezza!
- Ma allora niente editore?
 Ma che editore! Editore di te stesso, imprenditore a piede libero, idee in movimento. Ci penso io che conosco una startup che ti mette su le recensioni. Cinquanta euro cento recensioni, cento euro duecentocinquanta recensioni. Hanno un programmino che te le formatta tutte diverse e te vai dritto nelle newsletters. Ricordi quello che per fare ridere si inventava i proclami del berlusca?
- Recensioni false?
- Ma certo! Vorrai mica farti la figura del pirla? La stessa ditta ti compra gli ebook al prezzo di costo per farlo decollare in classifica. Vogliono solo un piccolo supplemento oltre al rimborso.
- Ma l'etica, le gratificazioni...
Poi ci inventiamo un aperitivo ai giardini e facciamo scaricare i file agli invitati in cambio di uno spritz.
- Ma così...ma così non lo leggeranno mai!
- E che ci si puliscano il c.... !
- Ma allora?
- Ma allora è' tutta una truffa e dai, via quella faccia che ci facciamo il grano!

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